1. | € 35,00 | EAN-13: 9788804688839 Pseudo Senofonte Costituzione degli ateniesi. Testo greco a fronte
Edizione: | Mondadori, 2018 | Tempi di rifornimento | Nessuna informazione sulla tempistica di fornitura | Info disponibilità | Testo remainders al momento non procurabile | Prezzo di acquisto | € 35,00 | Descrizione | Descrizione del libro«Quanto alla costituzione degli Ateniesi, che essi abbiano scelto questo tipo di costituzione, io non approvo, perché, scegliendo così, hanno scelto che i cattivi stiano meglio dei buoni: per questo non approvo. Ma poiché hanno deciso così, dimostrerò come in tutto e nel modo dovuto essi conservino la loro costituzione e facciano tutte quelle altre cose che agli altri Greci sembrano sbagliate.» Sono le parole di esordio di questa Costituzione degli Ateniesi, giuntaci tra le opere dello storico Senofonte, ma a lui negata con decisione dalla critica filologica sin dall'inizio dell'Ottocento. Con esse l'autore dichiara la sua posizione politica e il suo intento: é un oligarchico (uno dei «buoni»), che detesta il popolo (i «cattivi») e la forma di governo democratica, ma che con sorprendente paradosso si propone di mostrare come il funzionamento della democrazia ateniese sia efficace nell'assicurarle successo e continuità . Della grande democrazia periclea quale presentata da Tucidide e amata dai moderni non sono predicati e descritti, in questo pamphlet, gli elevati principi miranti ad assicurare ai cittadini libertà e benessere; al contrario, essa é vista come una sorta di egoistica e animosa rivalsa dei poveri sui ricchi: resa possibile solo dal fatto che il popolo ateniese ha acquisito potere per mezzo della flotta, la quale ha assicurato ad Atene la supremazia tra tutte le città della Grecia. à infatti il popolo, dice il nostro testo, «che fa andare le navi e conferisce la potenza alla città ». La Costituzione degli Ateniesi dello Pseudo-Senofonte, così diversa dall'omonima opera aristotelica, non ha paralleli nella produzione greca di carattere politico. à uno scritto animato da forti passioni, espresse con il linguaggio in uso nella pubblicistica ateniese del V e del IV secolo. Ma quali ne erano i concreti destinatari e quali le reali finalità ? Un invito all'eversione? Un ammonimento ai compagni di consorteria più inflessibili perché accettino una situazione in cui l'avversario é più forte? Oppure, e proprio per il fatto che l'autore assume con disinvoltura il presunto o inconfessato punto di vista dei suoi dichiarati avversari, l'opuscolo é un esempio del discorso teorico di IV secolo sulle costituzioni? Sono alcuni tra gli enigmi di quest'opera affascinante sulla quale gli studiosi continuano a interrogarsi. Con un saggio di Luciano Canfora. | |
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